Questo articolo sarà un pastiche di opinioni personali, riferimenti e battute e che per giunta avrà poco a che vedere con il consiglio cinematografico proposto. Non è un approccio che definirei professionale da parte mia, ma come un mentore mi insegnò una volta, userò il film come pretesto per parlare di qualcosa che mi piace.
Togliamoci prima dai piedi le minuzie: La leggenda degli uomini straordinari è un film d’azione del 2003 tratto dall’omonimo fumetto di Alan Moor e Kevin O’Neill. Un cast di eroi tratti dalla letteratura (prima che Avengers fosse di moda) deve porre fine alle malefatte di una grande mente criminale. Lo fanno, buon lavoro, il mondo è salvo, evviva! Ah già, c’è Sean Connery come protagonista.
Mentre la cinematografia ha i suoi momenti, c’è un po’ di CGI fatto un po’ così così, ma alla fin dei conti è una visione tutto sommato piacevole.
Darei a questo film un trasandato 7 su 10 universi paralleli.
Ora andiamo al sodo…
L’idea di base del film, o del fumetto originale, è di radunare una comitiva di protagonisti da fonti diverse, in questo caso dai classici della letteratura, e vedere come interagiscono tra di loro. Per un avido lettore questo potrebbe creare una scissione nell’atteggiamento: il purista (che ha capito ben poco) sbeffeggerebbe a prescindere l’esperimento creativo mentre l’appassionato ne apprezzerebbe ogni momento. Spero sia abbastanza chiaro che sto scrivendo in modo volutamente di parte e che posso accettare i punti di vista di altre persone, ma dato che si tratta del mio articolo dirò ciò che mi pare e piace.
Con La leggenda degli uomini straordinari i personaggi usati sono Alan Quartermaine (Henry Rider Haggard – non chiedetemi, non conosco), il capitano Nemo e il Nautilus (Jules Verne), l’uomo invisibile (quello di H. G. Wells e non quello di R. W. Ellison), Wilhelmina Harker (da Dracula), Dorian Gray, Tom Sawyer, Dr. Jekyll e Mr. Hyde (spoiler, sono la stessa persona). Altri personaggi fanno la loro comparsa, come ad esempio Ismaele (non ha bisogno di introduzioni – inoltre è il primo ufficiale del Nautilus) e altri sono solo menzionati di passaggio, come Phileas Fogg (sempre Jules Verne) o Jack lo Squartatore.
Questo non costituisce nulla di effettivamente innovativo nel campo letterario; a mio avviso il motivo per il quale varie opere di Jules Verne sono state usate ha a che fare col fatto che lui stesso a applicato la “tecnica delle trame trasversali” (termine originale che spero non verrà rubato). Ad esempio è attraverso L’isola Misteriosa che in qualità di lettori ignari assistiamo alla morte del capitano Nemo. Meno conosciuto è il caso de La Sfinge dei Ghiacci dove Jules Verne segue le avventure di Gordon Pyn (dalla penna di Edgar Alan Poe) e dove lo scrittore francese si ri-immagina quello che è rappresentato nel finale; inoltre è sempre qui che c’è una nota che spiega come tempo prima in quello stesso punto dell’Antartico fosse giunto per la prima volta un sommergibile, chiaro riferimento al Nautilus.
Ci sono altri momenti nella storia della letteratura dove per mano di uno stesso autore si può rintracciare una certa continuità in romanzi diversi senza il minimo preavviso. Uno dei miei esempi preferiti nasce dalla penna di James Clavell (soprattutto in Shōgun, La Nobil Casa e Gai-Jin) dove lo scrittore si limita ad accennare ad alcuni collegamenti di personaggi a distanza di vari anni nella trama gli uni dagli altri. Si tratta di un occhiolino che lo scrittore indirizza verso i lettori più appassionati e attenti.
Ovviamente nei film questo gioco di trasversalità è più facile da mettere in atto e quindi anche da notare. Prima della generazione Marvel e DC (parlo dei film in questo caso e non dei fumetti che erano avanti), devo ricordare che “ai miei tempi” è stato un avvenimento storico quando i Jetsons si incontrarono con i Flintstones. Solo più tardi il cast di Futurama incontrerà i Simpsons, e questo per non parlare di un tempo antecedente nel quale Scooby-Doo aveva “ospiti speciali” (dai Globetrotters a Batman e Robin, dalla famiglia Adams a Stanlio e Olio e così via).
Andrei avanti a parlare di fumetti, ma ciò aprirebbe una parentesi che non riuscirei a chiudere. Se consideriamo gli universi paralleli, i continui crossover e le serie “what if” non finiremmo più. Questo argomento da solo potrebbe, se non lo ha fatto già, riempire un libro intero. Menzione speciale: DeadPool che fa ciò che DeadPool sa fare meglio e distrugge completamente i confini della letteratura, di qualsiasi numero di pareti e delle aspettative.
E qui che la cosa si fa brutta…
Data la sovrasaturazione o forse perché gli scrittori non hanno più idee innovative, degli esperimenti letterari hanno portato ad aggiungere un elemento chiamiamolo “stravagante” ai classici della letteratura (più per i lol immagino) creando delle cose difficili da immaginare. Esiste persino una nicchia per questi lavori parodistici e alcuni esempi che possiamo citare sono Little Women and Werewolves (Piccole donne e lupi mannari), Pride and Prejudice and Zombies (Orgoglio e pregiudizio e Zombie) e Abraham Lincoln Vampire Hunter (Abraham Lincoln cacciatore di vampiri). Sì, avete letto bene.
Ora, la domanda è: questa cosa è andata troppo oltre?
Nella mia opinione, se si tratta di un omaggio all’opera originale e non ci sono problemi riguardanti i diritti d’autore, che problema c’è? Non fraintendetemi, mentre dal mio punto di vista questi prodotti sono direttamente connessi alla legge di Sturgeon, dall’altra parte sono un sostenitore del fatto che si può arbitrariamente scegliere di leggere tutto ciò che si vuole. Il mio problema, come al solito, è quando la produzione di certi lavori è più interessata al lato del guadagno e agli interessi economici derivanti piuttosto che alla decostruzione di un genere o alla passione stessa di scrivere qualcosa di simile, ma questo è un argomento per un’altra volta.
Link all’articolo in inglese: https://quirkyhorizons.com/the-league-of-literary-ubermensch/