Want sum knowlge?
Da un po’ di tempo a questa parte si parla della riforma del diritto d’autore e dell’articolo 13. Con questo, una parte della normale quotidianità, per molti di noi, subirà dei cambiamenti. Non vi preoccupate cari memisti: I meme si potranno ancora pubblicare, dovranno semplicemente adattarsi a nuovi format.
Prima di tutto non vogliamo incentrarci sulla particolare pronuncia di detto vocabolo forbito; con ciò si capisce già l’intenzione generale di questo articolo. Proprio come un buon meme, anche noi vogliamo ironizzarci un po’ sopra. When the satire is just right.
Cosa sono i meme?
Se vi dobbiamo spiegare questo, vuol dire che probabilmente vivete sotto al ponte di Baracca, assieme a Pierin, e quindi non avete nemmeno internet. Facepalm. La mancanza di internet implica anche che non state leggendo questo articolo. E se lo state leggendo senza conoscere i meme, abbiamo noi una domanda: Y tho?
A cosa servono?
Pictures and writings, pictures and writings everywhere…alcuni più comprensibili, altri meno, spesso e volentieri con riferimenti specifici e che vogliono fare comicità o ironizzare su eventi della quotidianità o del passato. Non esistono limiti. Tutto può essere memizzato. La bellezza di una comicità che non si preoccupa di chi o che cosa può offendere, quella comicità che può essere apprezzata oppure no. Il fine rimane tuttavia la risata e non l’offesa. Quella è l’intenzione; poi ai giorni d’oggi non si può nemmeno pronunciare miiim senza offendere qualcuno.
Più che con telegiornali o articoli, oggi, le notizie trapelano più velocemente e facilmente mediante la satira dei meme. Prima ancora di sapere che un misfatto sia successo veramente nel mondo, si ha la parvenza della notizia stessa attraverso una effimera immagine. Questa è l’apoteosi dell’immediatezza. Questa è anche parzialmente l’utilità dei meme. Sono dei moderni araldi nella società in cui viviamo. Lie down – try not to cry…
Quanto sono riconoscibili?
One does not simply make a reference. Citazioni di qualsiasi franchise sono possibili e ciò ne facilita enormemente l’immediatezza e la riconoscibilità. Dai film ai videogiochi, dalle serie televisive agli anime, dagli eventi storici alle palle delle nazioni, dai campi del sapere al tutto; i meme non risparmiano. True story.
Molti di questi sono alla portata di tutti, ma non tutti sono alla portata di determinati meme. Alcuni esempi sono i dank, i deep fried, quelli eccessivamente minimalisti, quelli fin troppo surrealisti (che Dalí scansati) e persino meme che fanno conto su altri meme per essere riconosciuti. Il motivo di questa costante ed inesorabile evoluzione è da ricercarsi nella società che ci circonda. Improvise. Adapt. Overcome.
I meme come fenomeno sociale?
Questa vuole essere una riflessione forse lievemente più seria. Oggi come oggi, un meme nasce, fa il suo corso per pochi istanti, poi muore. Si tratta di format effimeri che rispecchiano la nostra società; una società rapida, immediata e soprattutto di consumo. Sono i proverbiali cinque minuti di fama. Si tratta però anche di una particolare forma d’arte. Alla domanda perché l’opera è stata realizzata così, Duchamp avrebbe risposto perché altrimenti non sarebbe rimasta in piedi. Quindi shut up and take our point of view. Questo è quello che fa la società: unisce riferimenti di un certo spessore culturale con la trivialità di tutti i giorni.
Esiste un livello superiore di meme? Ci sono meme d’élite? Alcuni cultori del genere potrebbero dire riguardo altre persone che questi sono solo dei normies. In altre parole, persino in un genere di consumo dove lo scopo principale è far ridere, esiste una suddivisione tra gli utenti basata sull’arroganza. Si tratta quasi di una gerarchia costruita sulla conoscenza più intima dei meme. That’s free real estate.
Per sottolineare quanto questo fenomeno sia altamente transitorio, vogliamo anche fare una scommessa: a distanza di pochi anni, se una nuova generazione si ritroverà a confrontarsi con questo articolo, già molti dei riferimenti che abbiamo usato, e che per ora sono riconoscibili, appariranno come a noi apparirebbero dei geroglifici.
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Scritto da Lisa Visani Bianchini
e Bogdan Groza